Nell’ultimo giorno di marzo inaspettata è arrivata la notizia dell’improvvisa scomparsa dell’architetto Zaha Hadid, sicuramente la donna più rappresentativa dell’architettura contemporanea.
Il termine “archistar” può essere inteso solo come riduttivo di una professionista eclettica e alla continua ricerca del raggiungimento di un’espressione innovativa dell’architettura.
Una storia personale caratterizzata fin dall’inizio da un’impronta futuristica dell’architettura che, come spesso accade, è diventata oggetto di accesi dibattiti e di diverse valutazioni.
Zaha Hadid, nata a Baghdad, aveva studiato a Beirut e a Londra disegnando in un mix vincente di espressione e di ricerca una nuova architettura, caratterizzata da tagli, linee e dettagli che le hanno permesso il riconoscimento, quale prima donna al mondo, del prestigioso premio Pritzker, un vero e proprio Nobel dell’architettura, a cui si sono aggiunti numerosi altri importanti riconoscimenti.
Nel mondo dello sport piace ricordare l’opera forse più significativa da lei progettata e realizzata per i Giochi Olimpici di Londra 2012: l’Acquatics Centre.
In Italia ha legato il suo nome alla realizzazione museale del MAXXI di Roma, che completa un percorso ideale quanto unico tra la cultura e lo sport, dal Parco della Musica, fino al Tevere e al Foro Italico.
Sicuramente ci mancherà la sua architettura coraggiosa e innovativa: grazie Architetto Hadid per averci indicato una nuova strada verso la ricerca del bello.